PIENE DEL LAMBRO
e lavori di contenimento
Spesso asciutto d'estate, ma soggetto in autunno o in primavera, a improvvise piene, si disperdeva nel Piano in numerosi rami, minaccioso sempre di inondazioni. Particolarmente grave deve essere stata quella del 1799. Le acque giunsero fino alla Cascina della Rovere e in piazza del Mercato a Incino, provocando danni ad abitazioni e terreni e interrompendo anche la comunicazione sulla strada da Como a Lecco. Sul finire del XVIII secolo la situazione doveva essere diventata veramente insostenibile, anche perchè il fiume, a causa delle frequenti esondazioni e dei detriti accumulati, aveva abbandonato l'alveo originale. Si faceva sempre più impellente la necessità di intervenire. Fu l'ingenier capo del Dipartimento dell'Olona, Carlo Parea, a presentare nel 1812 un progetto di intervento globale da realizzarsi con il contributo congiunto dei privati e della pubblica amministrazione. Si trattave di incanalare, con alti argini, le acque del Lambrone nei suoi punti più a rischio: la confluenza del Torrente Bova al Ponte della Malpensata e da qui al lago di Pusiano. L'opera ebbe una vita tormentata e dovette fare i conti con l'insufficieza dei finanziamenti, con gli interessi contrastanti dei privati, pur riuniti in consorzio, ma anche con le avversità naturali e le piene rovinose del fiume. Ad esempio, nel maggio del 1817, due piene straordinarie distrussere gran parte degli argini appena costruiti. Ma alla fine l'opera fu realizzata e ottenne il duplice beneficio di liberare il Pian d'Erba dalla minccia delle inondazioni e di assicurare un incremento di immissione d'acqua nel lago di Pusiano, per bilanciare l'estrazione effettuata dal Cavo Diotti, l'emissario ufficiale che proprio in quegli anni era stato costruito.
Così fu dato un assetto definitivo all'idrografia della zona che ha il punto di maggior convergenza a Pontenuovo: qui con la convergenza delle varie rogge che percorrono il Pian d'Erba (la Gallarana sottopassa il Lambrone con una "tomba" appositamente prevista dal progetto Parea) e degli emissari naturali dei laghi di Alserio e Pusiano, si ricostituisce il Lambro, che, arricchito a Stallo anche delle acque che vi versa il Cavo Diotti, assume carattere di fiume e con il nome di Lambro settentrionale inizia il suo percorso fra le colline della Brianza.