logo
in quale pagina sei
            in quale pagina sei ==> Triangolo Lariano ==> Il Lambro - la leggenda di Autari       
Tra i due rami del lago
 
i borghi
 
itinerari
 
passeggiate
 
geolocalizzazione
 
IMMAGINI
SITI DI TREKKING
pagina ufficiale del Club Alpino Italiano
trekking e outdoor
scopri le migliori escursioni guidate nella tua zona
libreria per corrispondenza
vivere la montagna in sicurezza e conoscerla in compagnia
trekking italia
sentieri e itinerari escursionistici
trekking in Lombardia
camminare in compagnia, viaggiare a piedi
sentieri di montagna
il paese dei cammini
viaggi a piedi
rifugi della Lombardia
vie normali
centinaia di itinerari a tua disposizione
la regina Teodolinda con il re Autari
Il Lambro: la leggenda di Autari.   (pag. 2)

Ma la grande arsura non solo perdurava, addirittura aumentava di giorno in giorno. Il cielo era bianco, accecante, l'afa era torrida, e, all'orizzonte, non compariva nemmeno l'ombra della pių piccola nuvola.
In questo caldo infernale gli uomini che riuscivano ancora ad articolare un pensiero, cominciarono a dirsi che quella grande piaga doveva venite da Dio e si domandavano le ragioni di una cosė severa punizione.
Di ora in ora l'arsura cresceva e divampava, nonostante tutte le suppliche e le preghiere innalzate all'Onnipotente. Tra i brianzoli incominciō allora vevarsi una voce, dapprima sommessa e poi pių forte e sdegnatache diceva:
Il signore punisce noi per la miscredenza del nostro re.
La regina Teodolinda udė quella voce e con il pensiero materno rivolto all'enorme pena dei sudditi, implorō l'aiuto di Dio, chiedendo il conforto per il popolo, e il perdono per il re.
In un angolo nascosto della Brianza sul monte dove prima del gran secco nasceva il torrente Ravella viveva in eremitaggio un vecchissimo anacoreta, la cui fede incrollabile era sempre uscita salda e rinnovata, anche dalle pių dure calamitā dei tempi: il suo nome era Eriprando.
La fama del vecchio saggio era nota in tutto il regno e il popolo gli attribuiva perfino poteri magici. L'eremita era venerato anche dalla regina che pių volte aveva avuto prove certe e sicure della sua santitā.
Il re, sino all'ultimo, aveva sperato che la siccitā avesse fine e svanisse come un brutto sogno. Ma proprio in quegli ultimi giorni, davanti alla sciagura che aveva colpito il suo regno e che non accennava a diminuire, sentiva dentro di se franare ogni certezza. Domandava agli dei le ragioni di tanta ferocia: ma gli dei tacevano e il dubbio cominciava a rodere la sua anima, vorace come un tarlo.
Teodolinda capė che finalmete qualcosa stava per smuovere l'intransigenza di Autari e, proprio mentre nella mente del sovrano s'agitavano i pių difficili interrogativi, mandō messaggeri a Eriprando, chiedendo consigli e aiuto.
Il vecchio rispose che era stato avvertito in un sogno di come, ormai, la conversione del re dei Longobardi fosse assai vicina: dal dramma della mortale siccitā sarebbe, infine, scaturita grande gioia.
La regina, nel palazzo di Monza, continuava a pregare, senza pių riuscire a nascondere il pianto. Autari che vedeva le lacrime di Teodolinda e ne conosceva la causa, per porre fine al suo strazio un giorno le disse:
- se il tuo Dio mi renderā il fiume che un demone mi ha rubato, io mi farō cristiano.

continua le lettura .....

Bibliografia e riferimenti principali:
  - Liberamente tratto dall'autore del sito da pubblicazioni e libri reperibili presso la biblioteca della C.M.T.L.

Indietro
contatti  |  segnala sito  |  mappa del sito  |  cerca nel sito   |     |   webmaster   |  ?
tutti i diritti riservati © acweb-2004.itvai al mio facebookvai al mio youtube
info validazione w3c