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l'ingresso
Sormano: chiesa di Santa Valeria e Vitale - galleria fotografica

E' una delle chiese di Sormano, è situata in proprietà privata e non è visitabile.
Aperta una volta all'anno (consultare la pagina facebook di Sormano)


La storia
La chiesa, dedicata ai Santi Valeria e Vitale, è situata nel territorio del comune di Sormano ma, dal punto di vista religioso, dipende sin dalle origini dalla parrocchia di Caglio (di cui anticamente era la parrocchiale). Questo legame è sottolineato inoltre dalla dedicazione dell' attuale chiesa parrocchiale di Caglio, ai Santi Gervaso e Protaso, figli di Valeria e Vitale, martirizzati come i genitori per la loro fede cristiana.
Sicuramente di antica costruzione, viene per la prima volta citata nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani, elenco risalente al XIII secolo, voluto e forse stilato da Goffredo da Bussero che raccoglie informazioni relative alle chiese poste sul territorio milanese.
 
L'esterno
 
  scalinata di accesso   scalinata di accesso - sullo sfondo la chiesa e la torre campanaria   fregio proveniente dal Duomo di Milano  
 
  doccione proveniente dal Duomo di Milano   campanile e parte dell'aula rivolta a levante - è la parte più antica della chiesa   ingresso sull'ala laterale, rivolta verso sud-sud-ovest  
 
  finestra sulla facciata dell'aula rivolta verso la Colma   l'ingresso   le due colonne appartengono all'ingresso del cimitero presente in epoca passata  
 
Edificata in puro stile romanico, l'esterno ha mantenuto l'aspetto originario a pietra a vista. La parte più antica è quella risalente al secolo XI, è un'aula rettangolare che aveva l'ingresso rivolto verso la Colma a ponente (ora murato e sostituito da una finestra), al suo interno, sull'opposto lato (levante) è situato l'altare. Poi in epoca antecedente al 1364 sono state costruite le due ali laterali; la chiesa assume in tal modo la pianta a croce greca attuale. La datazione è possibile poichè su una delle due ali laterali è presente un affresco che riporta la data del 1371. Attualmente si accede da un ingresso presente sull'ala laterale rivolta verso sud-sud-ovest.
 
La torre campanaria
  la torre campanaria   la torre campanaria   la cella campanaria  
  la cuspide   coppia di campane   la cella campanaria  
  la cuspide L'attuale torre campanaria non è coeva con la chiesa ma è stata edificata alla fine del '500, quando il cardinale Carlo Borromeo, in seguito a una sua visita pastorale nel 1584, ne ordinò la costruzione, in sostituzione di una struttura presente, ma molto rovinata. L'ordine del cardinale fu rivolto ai cagliesi ( e non ai sormanesi). A costruzione ultimata nel 1611 il cardinale ha regalato una campana (la più antica) quella rivolta verso la Colma. Attualmente ospita altre 4 campane di epoca posteriore.
 
L'interno
  l'antica aula che costituisce la navata e che termina con il presbiterio dove è presente l'altare e si conserva una croce in pietra   il braccio perpendicolare all'antica aula -  in fondo si apre la porta di accesso alla torre campanaria   Madonna del latte in trono e Santa Valeria con i due figli gemelli in fasce  
  datazione dell'affresco: 1371 - MCCCLXXI DIE XIII   croce posta sulla parete di fondo del presbiterio   sono statue donate da un marinaio, che dopo essere sopravissuto a un naufragio, ha adempiuto alla promessa fatta: donare alla chiesa di Santa Valeria due statue qualora si fosse salvato  
Come è già stato ricordato si accede alla chiesa tramite il braccio destro: qui è presente un’antico affresco testimonianza dell’arte medievale. Esso raffigura Madonna del latte in trono e Santa Valeria con i due figli gemelli in fasce; fu realizzato nel 1371, come testimonia la data riportata nella fascia superiore: “MCCCLXXI DIE XIII IU...”. Questo affresco risulta essere l’unico affresco attualmente esistente nell’oratorio. In un documento conservato presso l’archivio parrocchiale di Caglio, don Giulio Redaelli (parroco del paese tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento) ricorda che il vano destro era completamente ricoperto da affreschi molto rovinati, e per questo ricoperti con intonaco nel 1899. Fu salvato dall’intonacatura solo il riquadro citato, a cui la popolazione del luogo è da sempre molto legata. Si ritiene che l'immagine della Madonna del latte qui presente sia servito come modello per l'esecuzione del dipinto su muro, con medesimo soggetto, conservato nel Santuario della Madonna di Campoè.
La parte absidale, dove è posto l'altare, conserva una croce in pietra probabilmente parte di una tomba del cimitero che era presente, in epoca antica, sul territorio presso la chiesa.
Risulta invece dispersa la pala d’altare datata 1501, citata sia da Carlo Mazza nel suo manoscritto della fine del XVIII secolo sia da don Giulio Redaelli.


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