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Bellagio - chiesa di San Giovanni

    Molti indizi portano ad attribuire ai longobardi la fondazione della chiesa, pieve di Bellagio: in primo luogo l'intitolazione al Battista, a cui questo popolo era particolarmente devoto; poi le presenza sul territorio di famiglie di origine longobarda (come testimoniano documenti del IX secolo dell'Abbazia Sant'Ambrogio di Milano). Per cui l'origine della chiesa si fa risalire al medioevo e precisamente al secolo X; ma di questo edificio nulla rimane. Il pių vecchio documento pervenutoci che cita la chiesa č del 995, quando vi si celebrava un sacerdote di nome Abramo; poi nel 1009 č indicato Arioaldo. Nel XII secolo era giā una pieve di un certo rilievo in quanto vi risiedeva un arciprete con sei canonici e per un certo periodo comprese anche i paesi di Lierna, Limonta e Civenna. Grazie alla sua cospicua disponibiitā finanziaria nel quattrocento (con l'aiuto dei Visconti di Milano) fece di Loppia un porto militare fortificato e fu sempre la pieve a costruire il molo di San Giovanni. La nuova chiesa fu costruita in pių fasi tra la fine del Cinquecento ed il Seicento; un restauro ed un ulteriore ampliamento sono documentati verso la fine del XVIII secolo (la data 1685 č inserita all'esterno dell'abside), quando raggiunse le dimensioni che mantiene ancora oggi. Al termine dei lavori, la chiesa fu consacrata dal vescovo Giambattista Mugiasca nel 1785. I restauri del 2013 hanno portato alla luce, sul fianco meridionale, archetti pensili ciechi che profilavano le primitive gronde, databili all'XI secolo e purtroppo ricoperti; nell'abside sono presenti rocche di colonne di circa 25 cm di diametro reimpiegati come materiale di costruzione. Nel campanile č presente una traccia di finestrella romanica. Questo č ciō che rimane della vecchia struttura e sono la conferma che il vecchio edificio era sul posto dell'attuale. Durante lavori di sistemazione fognaria č venuto alla luce un possente muraglione spesso circa un metro che scorre parallelo al lato sud della chiesa: probabilmente parte di una cinta muraglia di fortificazioni che racchiudevano sia la chiesa che la casa arcipretale.

    La facciata, di gusto tipicamente barocco e recentemente restaurata, č tripartita in senso verticale, suddivisa in due fasce distinte orizzontalmente e caratterizzata alla sommitā da un timpano curvilineo. I tre portali di accesso sono ornati da elementi architettonici; i due laterali sono sormontati da finte finestre, mentre nella parte centrale un rosone murato č decorato da una conchiglia. Altri elementi facenti parte della decorazione della facciata sono le lesene ed i semicapitelli corinzi. Lungo il fianco sinistro della chiesa si innalza la torre campanaria a cinque campane le cui caratteristiche musicali producono un suono con frequenza SI2 naturale; sono state forgiate dalla fonderia Grassmayr di Innsbruck il 26 luglio 2013 e benedette solennemente in piazza il 5 gennaio 2014 dal vescovo di Como Diego Coletti.

    La chiesa č formata da un’unica navata in cui si aprono quattro cappelle laterali, due per lato, e su cui si innesta il presbiterio. Entrando dall'ingresso principale sulla sinistra č presente una nicchia dove forse un tempo si trovava un fonte battesimale come attesta un affresco raffigurante il Battista opera del 1909 di Luigi Tagliaferri. Anche gli affreschi della volta sono opera sua, e risalgono al 1897: nella cupola c'č il Mistero della trasfigurazione del Signore con Gesų acclamato dagli angeli con ai lati Mosč ed Elia, in disparte gli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni. Sopra l'ingresso a sinistra San Giovanni predica nel deserto, a destra San Giovanni indica Gesų, a sinistra del presbiterio la decapitazione, a destra ammonisce erode. Sopra l'altare c'č l'esaltazione dell'Eucarestia e nel catino dell'abside il Redentore. Sulle pareti della chiesa le colonne in stucco pompeiano sembrano di autentico marmo, sono invece composte da calce, colori e polvere di marmo fissati con il ferro caldo, vennero fatte negli anni quaranta del novecento da artisti della Valle d'Intelvi.

    La prima cappella a destra ospita una statua lignea secentesca della Vergine Assunta (che veniva portata in processione la prima domenica di settembre) e le reliquie di San Primo, il cui simulacro č all’interno di una teca con elementi decorativi in bronzo dorato. La cappella successiva č ornata da un affresco realizzato nella seconda metā del XVI secolo da un autore ignoto, raffigurante la Madonna in trono con Bambino, San Giovannino e angeli. Oltre, prima del presbiterio, c'č la splendida Madonna in marmo che č stata attribuita a Ercole Ferrata di Pellio d’Intelvi, dono della duchessa Melzi d'Eril nel 1874, proveniente dl palazzo Brignole Sale di Genova. Dalla Parte opposta si trova la statua di San Giovanni Battista, realizzata nel 1974 da Giovanni Tavani in marmo di Carrara. La prima cappella di sinistra č dedicata a San Gaetano e presenta una tela, di scuola fiamminga, con un Santo inginocchiato davanti al Crocifisso, posta sopra un altare marmoreo. Nella cappella successiva, sopra un imponente altare e balaustre di marmi policromi, č posta una pala d’altare su cui sono rappresentati Cristo risorto e Santi, opera del 1530 attribuita a Gaudenzio Ferrari, dono della famiglia Frizioni. Accanto ad essa sono presenti altre due tele di autore ignoto: la Vergine e Gesų coronato di spine.

    Il presbiterio č caratterizzato dal maestoso altare maggiore secentesco in legno dorato, ornato da un’ancona con il Cristo risorto ed altre statue, opera dell’intagliatore Giovanni Albiolo di Bellagio. L'altare č straordinariamente simile a quello della chiesa di San Giovanni di Asso. Sulle pareti sono state collocate di recente due tele secentesche anonime: San Giovannino a destra e la Decollazione del Battista a sinistra. La mensa dell'altare č del seicento e proviene da San Giacomo in Borgo; lo scultore comasco vi aggiunse nel 1936 un medaglione in bronzo raffigurante la Cena di Emmaus. Il coro ligneo, risalente anch'esso al XVIII secolo, č finemente intarsiato in noce. Con la porta a destra si accede alla sacrestia, arredata con mobili del sei settecento e con ritratti degli arcipreti dei secoli passati. Gli altari laterali, posti alle due estremitā del transetto, sono realizzati in marmi policromi. In quello settentrionale (entrando, a sinistra – in quanto la chiesa č orientata ad Oriente) č posta una pala di Gaudenzio Ferrari, una tela ad olio del 1532 raffigurante il Cristo risorto – dono della famiglia Frizzoni. Sull'altare opposto trova invece collocazione una Madonna delle Grazie, affresco di scuola lombarda. Vicino al presbiterio troviamo il fonte battesimale sormontato da una scultura in marmo di Carrara raffigurante il Battista, opera di Giovanni Taviani del 1974.

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