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Bellagio - Borgo

E' la parte più antica di Bellagio, uno dei primi nuclei abitati, può essere considerato il centro storico del paese. E' la frazione più famosa e visitata, tanti negozietti che si aprono sotto i portici, sulle scalinate e lungo la via Giuseppe Garibaldi. E' adagiato ai piedi del tondeggiante dosso un tempo chiamato Colunga.


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Piazza Mazzini, lunga e stretta, è lambita dalle acque del lago. Famosa per i suoi portici con negozi di prestigio e locali storici; la piazza antistante i portici non esisteva prima del Novecento, al suo posto una spiaggia e un molo. La strada carrabile passava sotto i portici, costruiti secoli addietro per dare uno spazio coperto al mercato dove barche cariche di merci vi approdavano dinanzi. Nei tempi passati, quando il Borgo era chiuso nelle sue mura, non vi erano strade carrozzabili, ma solo scalinate che univano la riva alla parte alta del paese. Sul Lungo Lario Manzoni è presente l'imbarcadero dei Ferry Boat (traghetti) che collegano Bellagio con Menaggio, Cadenabbia, Varena. Oltre il traghetto è presente un bellissimo Lungolago, caratterizzato da due filari di alberi. Sulla sinistra è presente il Memorial Kennedy, monumento dell'architetto comasco Attigli Terragni eretto in ricordo della visita del Presidente J.F.Kennedy a Bellagio nel 1963. Via Garibaldi attraversa il cuore del Borgo, fiancheggiata da negozi di ogni genere. Alla sua estremità sud è posto l'edificio del Comune. Di fianco è posta la chiesina di San Giorgio edificata nei secoli XI-XII, quidi coeva della basilica di San Giacomo. I muri laterali edificati con conci in pietra, le finestrelle a strapiombo e il piccolo portale rappresentano lo stile di quell'epoca; all'interno, sopra l'altare, la statua della Madonna. Poco oltre è presente una particolare villa: la Villa Gotica, costruita in stile neogotico verso la fine del XIX secolo come chiesa anglicana e poi trasformata in abitazione privata verso la metà del XX secolo.

All'estremità nord di via G. Garibaldi c'è piazza Duomo, al cui centro è posta una fontana di granito, realizzata nel 1897 dall'inglese Mr. Pical per il giardino della sua villa, e poi successivamente trasferita nella piazza. La basilica di San Giacomo è la parrocchiale del Borgo, venne elevata a parrocchia prepositurale nel 1657. Si tratta di uno dei miglior esemplari dell'arte romanico-lombarda. Lungo il sottotetto corre una fila di archetti ciechi costituiti da due soli conci e sostenuti da una mensola sporgente. Fu costruita fra la fine del XI e l'inizio del XII secolo con la grigia pietra di Moltrasio. Nel 1904, con decreto ministeriale fu dichiarata monumento nazionale. Il campanile era preesistente alla chiesa, era una delle torri del sistema difensivo del Borgo verso settentrione. La chiesa vi fu addossata, e la torre che arrivava all'altezza circa del tetto fu trasformata in campanile. Nel settecento la torre campanaria fu elevata nella forma attualmente visibile. Se la visione del campanile è comunque piacevole, il risultato estetico per la chiesa fu invece un disastroso: la sua pianta basilicale non armonizzava con i nuovi stili imposti, oltretutto nei secoli seguenti si aggiunsero cappelle laterali che peggiorarono la situazione. Nei primi anni del novecento venne fatto un restauro che demolì le strutture barocche riportando alla luce gran parte del materiale originario, San Giacomo ritornò così all'aspetto romanico. L'interno presenta un impianto rettangolare a tre navate, divise in cinque campate da colonne e pilastri cruciformi di blocchi ben squadrati di pietra moltrasina. La copertura si presenta a capriate lignee in quella centrale e piana in quelle laterali. Alla zona presbiteriale, coperta con volte a crociera, si accede tramite tre scalinate. Il pavimento è fatto con lastre provenienti da Varenna, non lucidate ma lasciate grezze. L'abside centrale è decorato con mosaici novecenteschi presenta un prezioso altare in legno dorato. All'interno sono presenti opere d'arte risalenti a diversi periodi storici. Notevole è l'acquasantiera, secondo alcuni tra gli oggetti più antichi presenti in chiesa.

Al centro di piazza Duomo c'è una bella fontana in granito, ivi posta nel 1897 dalla famiglia Pechel per celebrare i sessantanni di regno della regina Vittoria d'Inghilterra; la statua della Madonna che la sormonta venne collocata alla fine del 1949 per celebrare il transito da Bellagio della Madonna Pellegrina: effige mariana portata in processione attraverso i paesi di tutta Italia per promuoverne il culto. Sempre sulla piazza c'è uno dei locali storici: il bar Sport, un tempo riferimento per iniziative sociali. Sull'angolo verso la chiesa una lapide ricorda il beato Teresio Olivelli, eroe della Resistenza, insignito di medaglia d'oro al valor militare che nacque in questa casa. Nell'angolo superiore della piazza c'è l'unica torre rimasta a testimoniare il sistema difensivo del Borgo: aveva la funzione di passaggio protetto dal paese al sistema fortificato che circondava la collina. L'ingresso della torre si trovava al primo piano, a cui si accedeva tramite una scala mobile a pioli; internamente si saliva al piano superiore dove un ponticello comunicava con la prima cerchia di mura del colle. Da li per salire al palazzo, ora Villa Serbelloni,e al castello sulla sommità c'erano altri livelli di fortificazioni, con bastioni e due torri. La torre è in parte visitabile al primo piano, con estensione nell'edificio accanto, c'è il centro espositivo Torre delle Arti Bellagio, dove si allestiscono mostre per tutto l'arco dell'anno. Al piano terra della torre si trova l'ufficio informazioni della PromoBellagio, associazione di operatori turistici. Una strada in discesa collega piazza Duomo al Lungo Lario Manzoni, sulla sua destra si trova l'ingresso del Grand Hotel Villa Serbelloni.

Dalla piazza Duomo percorrendo via Eugenio Vitali, si incontrano giardini lussuoreggianti (sulla sinistra è presente villa Fanny edificata nel 1882 per la famiglia Buttafava, ora di proprietà Galbusera). Alla fine della via c'è Punta Spartivento l'apice della penisola del Triangolo lariano. Oltre il muraglione del porto un tempo era visibile un grande masso a una trentina di metri dalla riva, a sinistra del molo: emergeva come una piccola isoletta nei periodi di siccità. Era chiamato Sasso del Pane perchè durante le pestilenze dei secoli passati veniva usato come luogo di scambio di cibo con i paesi delle altre sponde, ritenuto sicuro dai contagi perchè "lavato" dalle onde.

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