Valbrona, Visino: Chiesa di San Michele immagine panoramica 1 - 2
Le origini: il primo documento che testimonia l'esistenza della chiesa di San Michele č il Liber notitiae sanctorum mediolani opera della seconda metā del XIII secolo, riferibile a Goffredo da Bussero. Probabilmernte perō la sua origine č ancora pių antica. Nei secoli la chiesa subė modifiche sostanziali e ampiamenti, sopratutto in seguito alla visita pastorale del cardinale Carlo Borromeo nel 1570, che tuttavia notō la presenza di un tabernacolo in legno dorato che aveva ai lati le figure della Madonna e di San Michele e di un'ancona lignea dorata e dipinta con diverse immagini: č questo il vero tesoro della chiesa, cioč il polittico di Ambrogio da Fossano detto il Bergognone. Come sia arrivata a Visino un'opera del Bergognone (uno dei pių grandi maestri del quattrocento lombardo) č un mistero. E' possibile che qualcuno dei tanti lanaioli locali che avevano fatto successo, battendo i mercati di varie cittā, abbia commissionato l'opera per donarla alla chiesa del paese.
L'attuale versione dell'edificio č il risultato degli interventi settecenteschi, ai quali si devono attribuire anche il campanile e la sacristia che non comparivano in precedenti mappe del cinquecento. Per diversi secoli San Michele servė da parrocchiale e vi si seppellivano i morti. Nell'anno 1600 fu completammente restaurata, munita di volta e di coro. La torre con le sue tre campane, fu invece innalzata nel 1667.
L'esterno: la chiesa č edificata sopra una altura ai margini dell'abitato, in continuitā con un edificio sul lato meridionale che originariamente era la casa del parroco, mentre oggi č una abitazione privata. Un alto muro delimita il sagrato raggiungibile dalla strada, mentre l'accesso posteriore č consentito da una lunga scalinata in pietra. Sulla facciata si apre un portale in ghiandone affiancato da due piccole finestre e sormontato da un timpano; la parte superiore č occupata da una serliana. A destra della facciata un portone conduce al cortile di quella che era la casa parrocchiale. Fra questa e l'abside fu costruita, nel XVII secolo, la torre campanaria.
L'interno: presenta un'aula a unica navata, divisa in tre campate, nella quale si aprono due cappelle; il presbiterio č diviso dalla navata da un basso gradino e da due balaustre.
Sono presenti opere di pregio, risalenti a differenti epoche storiche, lasciate in deposito dalla pinacoteca di Brera di Milano. Partendo da destra, sulla parete della prima campata una tela raffigura San Gaetano da Thiene, lavoro attribuito a un pittore emiliano del XVII secolo, mentre nell'ultima campata č appesa un opera che rappresenta San Giacomo. Lungo il fianco sinistro troviamo raffigurato un Santo Cappuccino, attribuito a un pittore del centro Italia del XVII secolo, un Evangelista e San Pietro.
Il presbiterio presenta una decorazione ad affresco (storie di San Michele Arcangelo), realizzata nel 1913 dal pittore Paolo Pizzi. Proseguendo si incontra, in una delle due cappelle dell'edificio, un dipinto secentesco raffigurante Sant'Antonio da Padova e il Bambino attribuito a Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone. L'opera si distingue per la dolcezza e l'armoniositā dei volti e nel gesto del bambino, avvolto sinuosamente da un sottilissimo velo, che si contrappone alla rigiditā del saio francescano.
Nell'altra cappella si trova un settecentesco San Carlo Borromeo attribuito a Pietro Antonio Magatti; spicca per i toni freddi del volto in preghiera e per i particolari accurati della tazza di cristallo e del pane spezzato.
Il Polittico del Bergognone e di Andrea Appiani: č l'opera di maggior pregio della chiesa e di tutta Valbrona. E' posto sopra l'altare maggiore in marmo. E' stato ricomposto a fine settecento, sono presenti tre brani della tavola originaria di fine cinquecento: San Michele Arcangelo a destra, San Giovanni Battista a sinistra e la predella suddivisa in sette scomparti, raffigurante il Cristo benedicente e i dodici Apostoli.
Al posto della figura centrale, che anticamente poteva essere una scultura lignea policroma della Madonna, probabilmente andata perduta, venne posta una bella Madonna col Bambino, commissionata da un menbro della famiglia Gianorini ad Andrea Appiani. Il riscontro documentario alla paternitā del maggior esponente del neoclassicismo lombardo, č data dal ritrovamento di una nota di pagamento nei libri contabili della chiesa, sotto la data del 1805. Fu questo il periodo di massima affermazione pubblica dell'Appiani. Il raffinato dipinto si segnala per la levigatissima, quasi smaltata, finezza esecutiva, che combina i ricordi lombardi e i richiami raffaelleschi con l'attenzione ai grandi bolognesi del seicento.
Bibliografia:
- il libro Valbrona le Chiese, parte del progetto per Valbrona, ed. 2016.