le immagini presenti nella pagina sono di: Claudio Cavalmoretti e di Fausto Zambra, fotografi del GFNessoTorno
Torno è un comune di 1.131 (densità: 150,22 ab/kmq), della provincia di Como in Lombardia; il paese è adagiato su un promontorio roccioso che è situato lungo la sponda interna del Lario occidentale. Una bella pagina di Hermann Hesse descrive l’emozione che il borgo di Torno trasmette al visitatore che arriva dal lago. L’impatto non è meno affascinante della riscoperta dell’antico borgo, nel quale l’eccellenza dei monumenti rimasti è fedele specchio della civiltà raggiunta nel medioevo da una popolazione industriosa e fiera.
Il paese è adagiato su un promontorio roccioso che, situato lungo la sponda interna del Lario occidentale, chiude il bacino più meridionale del ramo comasco del Lago in un anfiteatro. E' probabile che il paese fosse già abitato in epoca pre-romana, tra i secoli XIII e XVI, sotto impulso di religiosi dell'ordine degli umiliati, Torno divenne un rinomato centro manufatturiero di panni di lana che portò ricchezza nel paese. La rivalità con Como sfociò in cruenti battaglie che si conclusero con il sacco del 1522 a opera di Comaschi e Spagnoli. Questi eventi decretarono la fine dell'industria della lana e iniziò una migrazione della popolazione verso l'alto lago, la Svizzera e il bergamasco. Il borgo di Torno è caratterizzato dalla presenza di un suggestivo porticciolo, dal quale quotidianamente partono battelli, aliscafi, e traghetti turistici, per mezzo dei quali è possibile ammirare gli scorci più suggestivi del lago, e con i quali è possibile raggiungere le innumerevoli località lacustri della zona.
Edifici religiosi
Chiesa di San Giovanni Battista del Chiodo è situata in posizione panoramica, accanto al cimitero; edificata nel XII secolo probabilmente sul luogo di un edificio preesistente, subì, nel tempo, modifiche e ampliamenti. A destra della facciata si innesta l’alto campanile che presenta più ordini di feritoie, monofore e bifore, divisi tra di loro da archetti pensili. Il portale in marmo risale alla fine del XV secolo ed è attribuito a collaboratori dei Rodari. L'interno è formato da un'unica navata con sei campate di archi ogivali. L'armonioso interno è ricco di dipinti e di sculture, ma il suo tesoro è rappresentato dal Santo Chiodo della croce di Gesù, costudito in un'urna, e qui portato nel 1099 da un vescovo tedesco di ritorno dalla crociata. La parete del presbiterio, aperta in tre cappelle ad archi a tutto sesto, è affrescata da Angeli musicanti, databili al XVII secolo e attribuibili alla bottega del Fiammenghino.
Chiesa di Santa Tecla è la parrocchiale, sembra protesa a rispecchiare la propria bellezza nelle acque del lago. Costruita, presumibilmente, in epoca medioevale ha subito rimaneggiamenti nel tempo. La facciata è a capanna e presenta due monofore e un rosone sormontato da una nicchia. Il portale del 1480 è decorato con un affresco raffigurante Santa Tecla. Il campanile si innalza lungo il fianco sinistro. L'interno presenta un’unica navata, divisa in quattro campate, lungo le cui pareti si aprono quattro cappelle laterali. Nel presbiterio, con altare e leggii in scagliola, è conservata una tela tardo cinquecentesca raffigurante la Gloria di santa Tecla.
Chiesa di Santa Elisabetta è edificata a Montepiatto, di origine sconosciuta, la prima testimonianza certa della chiesa di Sant’Elisabetta è un documento datato 1488 nel quale viene nominata la confraternita che risiedeva nell’attiguo monastero. La semplice facciata a capanna è caratterizzata dal portale e da una monofora con arco a tutto sesto, il campanile si innalza sul fianco sinistro. L’interno è composto da un’aula ad unica navata, divisa in tre campate, sulla quale si innesta il presbiterio rettangolare con volta a crociera.
Villa Pliniana: è una villa sorta originariamente nel 1573, su un edificio preesistente, situata in un'insenatura boscosa del lago, prese il nome da Plinio il Giovane, che descrisse una fonte intermittente di natura carsica ivi presente. Il corpo di fabbrica principale presenta la facciata a picco sul lago con quattro ordini di finestre, al piano nobile dotate di timpani spezzati e all'ultimo piano inquadrate da lesene, mentre al centro del piano nobile si presenta una loggia a tre arcate sostenute da colonne binate. La Villa Pliniana è citata in un breve passo del Codice Leicester di Leonardo: "Sopra Como otto miglia è la Primiana, la quale cresce e decresce ogni sei ore, e 'i suo crescere fa acua per 2 mulina en'avanza, e 'i suo calare fa asciugare la fonte" [Codice di Leicester, 11b].
Nel territorio comunale sono presenti dei massi avelli misteriose tombe a forma di vasca scavate nei massi erratici e orientate generalmente in direzione est-ovest, oltre ad alcuni massi erratici o trovanti qui trasportati dalle enormi colate di chiaccio che scendevano dalla Valtellina, dalla Val Masino e dalla Valchiavenna, e qui rimaste dopo il ritiro dei ghiacciai. Vedi la sezione: itinerari.