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Magreglio
Magreglio è un piccolo comune di 684 abitanti (densità: 221,97 ab/kmq), situato nella parte a nord della Vallassina, in provincia di Como in Lombardia. Ospita la sorgente del fiume Lambro e il Santuario della Madonna del Ghisallo protettrice dei ciclisti.
- Nome Completo:Magreglio
- Provincia: Como (CO)
- Regione: Lombardia
- Denominazione: magregliesi
- Altitudine: 744 mt s.l.m.
- Superfice: 3,08 kmq
- C.A.P. (Codice Avviamento Postale): 22030
- Codice Catastale: E830
- Codice ISTAT: 013139
- Prefisso Telefonico: 031
- Patrono: Santa Marta
- Sito del comune: www.comune.magreglio.co.it/hh/index.php
- Numeri utili, Comune: tel: 031 965119 - fax. 031 965544
- Guarda la mappa del paese con "googlemap"
Il toponimo deriva dall'espressione latina Ager magris, "campi magri, pascoli poveri", poi col tempo cambiò in Macrilium, Magreli e infine Magreglio. In questo borgo sono state trovate le prime traccie di vita umana, reperti all'età del neolitico e del ferro, della Vallassina, al bus de la stria (buco della strega). A partire dal IV sec. a.c. anche la Vallassina (come tutto il nord Italia) fu occupata dai Celti, poi sostituiti dai romani attorno al 200 a.c., come dimostra una tomba tardo romana nella villa Cavallè, lungo la salita che porta al Ghisallo. Con la caduta dell'impero romano anche Magreglio subì la dominazione dei Longobardi prima e dei Franchi poi. Nel basso medioevo Magraglio (unitamente a Barni) fu assegnato all'abate del monastero maggiore di S. Ambrogio di Milano, per poi ritornare autonomo. Dal '400 al '600 segue le sorti del Ducato di Milano, entra a far parte del Sacro Romano Impero. E' in questo periodo che viene edificata la famosa chiesa del Ghisallo, all'epoca solo una piccola cappella. Segue la dominazione austriaca, poi napoleonica e ancora austriaca, fino alla nascita del regno d'Italia. E' in quel periodo che viene realizzata la strada che collega Asso con bellagio, in sostituzione della mulattiera preesistente. L'allevamento e l'agricoltura sono sempre state attività limitate nel territorio magregliese, dovuto all'assenza di grandi pascoli e terreni facili da coltivare. Non a caso veniva prediletto l'allevamento di ovini rispetto a quello bovino, mentre per quanto riguarda le coltivazioni troviamo frumento, segale, granoturco, patate, castagne, noci e vino (quest'ultimo davvero limitato). Nel 1919 muore a Magreglio Eugenio Spreafico, pittore monzese che rappresentò tra le sue opere i paesaggi della Vallassina. Durante la II guerra mondiale Magreglio ospitò molti milanesi rimasti senza casa per i bombardamenti, e proprio a partire da questo avvenimento divenne luogo di villeggiatura. Questo fece si che il numero di contadini e allevatori diminuì drasticamente, soprattutto tra i giovani, sempre più attratti dalle possibilità che le città e il boom economico potevano dare.
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Edifici religiosi:
- Chiesa di Santa Marta, è la chiesa parrocchiale dal 1613 dopo la separazione dalla parrocchia di Barni; è ricordata negli atti delle visite pastorali compiute dagli arcivescovi e dai delegati arcivescovili di Milano nella pieve di Asso. La chiesa sorge sopra quello che una volta era l'oratorio del paese, dedicato al SS. Salvatore. L'edificio è in muratura con facciata intonacata e scandita da lesene è suddivisa in due ordini da una cornice. Nella parte inferiore si apre il portale d'ingresso con cornice e protiro in pietra con timpano sommitale, mentre ai lati esterni sono presenti due nicchie che conservano le statue rispettivamente di Santa Marta Vergine a destra e San Giuseppe a sinistra. La parte superiore è meno larga e presenta una apertura con vetri policromi, nella parte superiore a forma triangolare è presente un timpano con una decorazione con la raffigurazione del simbolo della Trinità. L'interno è con navata centrale e volta a botte più due navate laterali, suddivise in quattro campate da pilastri. Il presbiterio è a volta, rialzato con accesso tramite gradini, presenta un altare in marmo con tabernacolo centrale in bronzo e un paliotto argenteo opere cesellate da Eugenio Bellosio. L'interno della chiesa fu decorato nel 1891, in seguito ad alcuni lavori di ampliamento.
- Chiesa della Madonna del Ghisallo, di origine medioevale, ma non se ne conosce l'esatta origine di questo tempio. Sorge sull'omologo colle che è il punto più alto della strada provinciale che collega Canzo con Bellagio, dove si apre un panorama mozzafiato che proietta l'osservatore direttamente sulle montagne del lecchese e sul ramo settentrionale del lago di Como. Un documento che attesta l’esistenza di una località situata tra Civenna e Magreglio e denominata “Ghisallo” è un atto notarile datato 1135, nel quale però non viene citata una chiesa, ma la forma e la struttura del campanile parrebbe confermare l'origine medioevale, anche se non ci sono certezze. La struttura attuale risale al 1623, mentre il portico antistante alla fine del XVII secolo. Il 13 ottobre 1949, con un breve pontificio, papa Pio XII nominò la Madonna del Ghisallo patrona dei ciclisti, su richiesta dell'allora parroco. L'esterno presenta una facciata preceduta da un portico; sopra di esso tre mosaici moderni. Sul fianco sinistro fuoriesce dal corpo principale la sacrestia e il campanile. Sul piazzale antistante sonu stati eretti i busti di Alfredo Binda, Fausto Coppi e Gino Bartali, mentre su quello laterale è presente il Monumento al ciclista, opera in bronzo di Elio Ponti del 1973. Sul piazzale a destra del belvedere Romeo è stato eretto nel 2006 il museo del ciclismo Madonna del Ghisallo. L'interno del tempio è a unica navata con presbiterio rettangolare delimitato da una cancellata, e conserva alcune testimonianze della chiesa precedente. Il Santuario ospita centinaia di cimeli dei ciclisti di ogni tempo: bici, magliette, medaglie, gagliardetti, coppe.
I castagneti:
A qualche minuto a piedi dal paese, si giunge alla località Castagneti (raggiungibile anche in automobile lungo l'omonima via e offrono un capiente parcheggio), dalla quale partono una serie di sentieri che permettono di raggiungere le montagne e le località del posto, oltre alla sorgente del Lambro. Il posto è ottimamente attrezzato (grazie al lavoro dei Volontari del Gruppo "Dèms una Man") come area pic-nic.
Eugenio Spreafico:
Nasce a Monza, 8 gennaio 1856, si diploma all'Accademia di Brera di Milano nel 1879, con Giuseppe Bertini, Francesco Hayez e Raffaele Casnedi. Inizia come pittore di ritratti, paesaggi e scene di genere. Gravita nell'ambiente artistico di Mosè Bianchi, ma poi preferì frequentazioni di circoli intellettuali progressisti, nelle sue tele, del periodo monzese, si ritrovano soggeti inerenti al lavoro nei campi, in particolar modo quello femminile. Successivamente si dedica alla rappresentazione della natura che gli deriva dal realismo, tendenza espressiva nata in Francia che influenzo molto la poetica del pittore. Eugenio Spreafico fu con Mosè Bianchi il più grande pittore monzese dell'ottocento. La sua ispirazione naturalistica e la spiccata sensibilità sociale fecero si che si dedicò, in prticolar modo, alla descrizione del mondo rurale e a testimoniare su tela gli ultimi afflati della civiltà contadina. Nel 1889 si trasferisce a Magreglio dove trova una natura incontaminata. Ivi morì nel il 2 ottobre 1919. Magreglio a dedicato al pittore monzese un itinerario con installazioni e riproduzioni "en plein air": il "Percorso Eugenio Spreafico" presente in parte nel paese e in parte ai castagneti.
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