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Il Sasso Malascarpa.
E' una riserva naturale (istituita da Regione Lombardia nel 1985, come “riserva parziale di interesse geomorfologico e paesistico”) di circa 196 ha, situata nei comuni di Canzo e Valmadrera ove si sovrappone in parte al Parco di San Pietro – San Tomaso (parco locale di interesse sovracomunale, ovvero PLIS). La Riserva è una delle zone di maggiore interesse geologico, geomorfologico e paleontologico della Lombardia, oltre che di indubbio fascino paesaggistico, ubicata su un crinale a cavallo della cresta che collega il Monte Cornizzolo con i Corni di Canzo, fra le province di Como e Lecco, nel Triangolo lariano. E' un ciclopico bastione di rocce creato dalla natura ed è caratterizzata da rocce sedimentarie carbonatiche formatesi in ambienti lagunari e marini nell’Era Mesozoica, deformate da vistose pieghe con andamento est-ovest in seguito ai movimenti orogenetici che hanno portato al sollevamento delle Alpi.
Le formazioni rocciose presenti sono costituite da rocce sedimentarie di natura carbonatica, formatesi in ambiente marino nell'era Mesozoica (era geologica, compresa fra Paleozoico e Cenozoico, quindi all’incirca tra 250 e 65 milioni di anni fa), e deformate da vistose pieghe con andamento est/ovest in seguito ai movimenti orogenici che hanno portato al sollevamento delle Alpi. Questi fenomeni geologichi antichi hanno determinato l'ossatura rocciosa della zona, mentre altri avvenimenti più recenti hanno modellato l'aspetto del paesaggio. Le rocce carbonatiche del Sasso Malascarpa hanno favorito la presenza di rilevanti fenomeni carsici di superficie, che qui assumono un aspetto veramente spettacolare. Le acque piovane, rese aggressive dall’anidride carbonica in esse disciolta, esercitano una lenta azione di dissoluzione delle rocce di natura calcarea, creando caratteristiche forme del rilievo. In particolare, la parte sommitale del Sasso Malascarpa è costituita da vistosi affioramenti verticali di calcare bianco con un caratteristico aspetto “a blocchi” per la presenza di sistemi di fratture orizzontali e verticali perpendicolari tra loro, dovute all’azione chimica dell’acqua.
I lapiez, detti anche scanellature, sono piccoli solchi subparalleli che si dipartono da spigoli o crestine. Le superfici rocciose su cui si formano possono avere inclinazioni diverse, ma più spesso sono subverticali, come nel nostro caso; i solchi vengono scavati dall'acqua che scende lungo la linea di massima pendenza: la sua azione sulla roccia però non è di erosione meccanica ma di dissoluzione chimica a causa della sua acidità. Scorrendo sempre al fondo dei solchi li approfondisce sempre più. Sono anche chiamati: “campi carreggiati”, perché il loro aspetto ricorda quello delle impronte lasciate sul terreno dalle ruote di un carro.
Le sorgenti pietrificate, sono un fenomeno molto particolare e curioso. Lo scorrere dell'acqua sulla roccia calcarea forma il travertino - detto localmente tof, cioè tufo - che non è altro che roccia porosa creata dalla precipitazione del carbonato di calcio (calcare) di cui sono ricche le acque sorgive, che lo acquisiscono durante la permanenza nel sottosuolo. Una volta emerse queste acque tendono a depositare parte del calcare su tutto ciò con cui vengono a contatto rivestendo con patine molto spesse le rocce, i sassi, le foglie, i pezzi di legno e il muschio. La precipitazione del calcare è inoltre accelerata dalla presenza di un particolare muschio (Cratoneurion).
I fossili Conchodon sono stati molluschi marini vissuti nel Triassico, con conchiglia a due valve, che in sezione, danno origine a una forma di cuore. E' mpossibile osserbare i resti fossili di questi animali nella parte culminale dell'area del Sasso Malascarpa. Proprio questa forma particolare un tempo veniva interpretata come impronte degli zoccoli del diavolo o di quelli dei cavalli delle streghe che, secondo le dicerie popolari, usavano lanciarsi in diaboliche cavalcate su queste impervie pareti.
Il nome del sito: Sasso Malascarpa è una storpiatura del nome dialettale Sass de la mascarpa, derivato dal longobardo "masca" ovvero "strega". L’aspetto stesso del Sasso, simile ad una muraglia, avrebbe infatti suggerito l’intervento di qualche forza oscura per la sua costruzione. Il termine "mascarpa", secondo altri autori, è invece da ricollegarsi alla produzione presso gli alpeggi locali della "mascherpa", un tipico formaggio; anche in questo caso potrebbe essere evidente un intervento soprannaturale a cui gli antichi sarebbero ricorsi per spiegare il fenomeno, per loro incomprensibile, della cagliatura del latte.
A questa pagina web trovate le indicazioni di un itinerario per raggiungere questo luogo.
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Bibliografia e riferimenti principali:
- Liberamente tratto dall'autore del sito da pubblicazioni e libri reperibili presso la biblioteca della C.M.T.L. e dal web.
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