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Lago del Segrino.
"Una gemma incastonata tra il verde intenso dei boschi", questa, pressapoco, la ricorrente immagine scaturita dalle molte penne, alcune addirittura celebri, che in questi ultimi secoli hanno raccontato il lago del Segrino. Lo spettacolo è grande nei pomeriggi invernali, quando è bello piazzarsi sulla riva più a settentrione e guardare il sole che sembra cadere dentro l'acqua dal di sopra della bassa collina di Longone al Segrino. Qui c'era la casa di Carlo Emilio Gadda, che non amava la Brianza, e nelle sue "fantageografie" brianzole chiamava il Segrino "el Seegrun" e definiva i laghi brianzoli "miti bacinelle, future torbiere". Il lago è stato anche ricordato in opere di letterati come Stendhal, nel suo "Giornale di viaggio in Brianza", da Ippolito Nievo nella novella "La pazza del Segrino". Fogazzaro in una lettera a un suo amico rileva invece che "realmente il lago di Malombra è un piccolo Segrino".
Il lago del Segrino ha una forma stretta e allungata (di circa 1800 metri), occupa un solco vallivo compreso a est dal Monte Pesora e Cornizzolo e a ovest dal Monte Scioscia. E' adagiato in una conca scavata durante l'ultima glaciazione da una lingua glaciale che scendeva lungo la Vallassina sin sulla piana di Erba. Il ghiacciaio ritirandosi ha lasciato una depressione sbarrata alla sua estremità meridionale dalla morena frontale. Il lago è in una valle sospesa sopra la Valle Padana, formata nella quasi totalità da calcari del Giurassico di origine marina con strati di Calcare di Moltrasio. Non ci sono immissari, se si esclude una piccola roggia proveniente da Canzo, per cui si ritiene sia alimentato da sorgenti sotterranee di tipo carsico. Ha un emissario nel comune di Eupilio, la cui uscita d'acqua è regolata da una chiusa, e le cui acque scendono verso il lago di Pusiano.
Il lago ha un'area di 0,4 Km2, una profondità media di 3,2 m e massima di 8,6 m, l'area del suo bacino di drenaggio è di 3,4 Km2, il volume della sua massa d'acqua è di 1.2 milioni di m3 d'acqua e il suo ricambio totale dell'acqua si stima avvenga in 0,42 anni. Una mappa di inizio Ottocento disegna una piccola isola vicino alla riva orientale del lago; di questa isoletta non vi è alcuna traccia oggigiorno.
E' considerato fra i laghi più puliti d'Europa grazie alla sue fonti sotterranee e all'assenza di inquinamento da industrie o da eccessivo sfruttamento turistico. Durante gli inverni particolarmente rigidi gela ed è possibile camminare sulla superfice ghiacciata.
Ritrovamenti archeologici: la presenza di acqua e la copertura boschiva hanno favorito nel passato l'insediamento di piccole comunità. Nell'area nord del lago sono state scoperte tre tombe risalenti all'età del bronzo. Sempre nella sponda nord fu scoperto un piccolo insediamento risalente dell'età del bronzo, con resti ossei di macromammiferi. Risalenti all'età del ferro invece sono tre tombe ritrovate a fine ottocento nel territorio del comune di Longone al Segrino.
L'ambiente presenta una tipica vegetazione acquatico-palustre, che forma attorno al lago fasce a composizione floristica variabile con la profondità dell'acqua. Si segnala la presenza della Ninfea bianca e dei Nannufari gialli i cui fiori vistosi colorano la superfice del lago d'estate. Le rive alle stremità nord e sud ospitano vistosi canneti (la Canna di palude). Lungo le sponde del lago il bosco è formato da Ontani neri, Salici e Pioppi. I versanti montani che racchiudono la conca del lago ospitano boschi cedui.
Oggi il lago del Segrino costituisce un'area protetta denominata Parco locale di interesse sovracomunale Lago del Segrino, gestita da un consorzio tra la Comunità Montana del Triangolo Lariano e i comuni di Canzo, Longone al Segrino ed Eupilio. Sulle sue sponde esiste un itinerario ad anello (ciclo-pedonale), asfaltato e pianeggiante di circa 5,5 km, assistito da alcuni tabelloni che spiegano le caratteristiche del luogo, dalla vegetazione agli animali presenti. Sulla sponda occidentale è affiancata dalla SP41, ma comunque separata da essa da una barriera in legno che rende il percorso in ogni caso sicuro, in quanto non si viene in contatto con essa; disturba solo il rumore del traffico. Dalle rive si dipartono dei sentieri che salgono le pendici delle alture circostanti.
Su piccola parte del lato sud, al bivio del SP41 con la strada per Eupilio, è presente un piccolo lido, con un padiglione progettato dall'architetto Marco Castelletti e costruito nel 2003-2004. E' stato insignito di numerosi premi di architettura, fra i quali: AR+D Emerging Architecture awards Londra 2004, Medaglia d'oro di architettura italiana alla triennale di Milano Triennale Milano 2006.
Bibliografia e riferimenti principali:
- Liberamente tratto dall'autore del sito da pubblicazioni e libri reperibili presso la biblioteca della C.M.T.L. e dal web.