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la cima del Cornizzolo
da Canzo al Monte Pesora e al Cornizzolo

mappa CMTL: [].
mappa Google: [].
traccia gps.
partenza: dal parcheggio gratuito di via Gajum 33 [ ].
parcheggi: la disponibilitā di posti č buona ma non eccessiva.
statistica: [].

itinerario: il sentiero qui descritto č per la maggior parte del percorso immerso nel bosco (frescura d'estate ma poco panoramico) ed č impegnativo per il dislivello, inoltre presenta tratti ripidi (specialmente la parte finale sotto il Monte Pesora). Dalla pazzetta San Francesco su cui affaccia l'omonima chiesa [], a lato della piazza č presente il parcheggio di via Gajum 33. Si procede lungo via Gajum [] in ripida salita e dopo un secondo tornante e un breve tratto rettilineo si arriva in localitā Lazzaretto dove a dx della strada parte un sentiero in salita [ ] e dopo un centinaio di metri si arriva alla cappella di San Michele (detta il Lazzaretto) [ ]. Si prende una mulattiera a dx con fondo acciottolato [] e si giunge a un bivio in prossimitā del torrente Pesora [] si gira a sx come indicato da cartelli segnavia []. Restando a sx del terrente [ ] si sale fino a un guado [], dove č presenta anche un piccolo ponte formato da una trave di legno e corrimano lato monte [ ]. Normalmente č possibile superare il piccolo torrente senza passare sul ponticello, si procede in leggera salita sino a un bivio, dove č necessario proseguire sulla sx come indicato dai cartelli segnavia [ ]. Si procede in leggera salita lungo la linea dell’acquedotto, tenendosi sul versante sinistro idrografico della valle. Si superano dei massi [] e si prosegue in leggera pendenzai [] sino ad arrivare al Funtanin de Pesura, č questo l'unica fontana presente lungo il percorso (praticamente all'inizio) [ ]. Si guadagna quota con un ripido strappo procedendo verso ovest [ ], si superano piccoli massi erratici [] e poco oltre sono presenti dei rami di traverso al sentiero []: non si deve proseguire diritto, ma girare a sx come indicato da due bolli su massi []. Dopo la lunga salita il sentiero spiana [], ma č un breve tratto, poi si riprende a salire ripidi [], per poi spianare nuovamente []. Si sbuca in una radura erbosa (prato di Pesora) []  che consente un primo scorcio panoramico: verso nord-ovest si distende il vasto altopiano di Caglio e Sormano, mentre dietro si allunga la verde catena del Monte San Primo []. Risalito il pratone un cartello segnavia [] indica di proseguire a dx su evidente traccia [], e si ritorna a camminare nel bosco [], raggiungendo il crestone che si stacca dalla cresta principale e scende in direzione di Canzo, chiudendo a occidente la val di Pesora. Ora il sentiero si inerpica su di esso con discreta pendenza [], ma poi ritorna pianeggiante in avvicinamento allo strappo finale [], poi il bosco cede il posto a della boscaglia e si inizia a salire molto ripidi [  ]. La traccia si inerpica tra cespugli di noccioli, roverelle e prugnoli lungo la cresta denominata Gioco del Gallo [ ], e si arriva alla cima del Monte Pesora (1190 mt.), anticima occidentale del Monte Cornizzolo []. Qui arriva anche il sentiero che sale da Eupilio []; dalla cima bel panorama [ ]. Da qui si percorre integralmente la cresta ovest con qualche saliscendi [   ] e risalendo l’erboso pendio terminale [ ] si raggiunge la vetta (1.240 mt.) [] dalla quale si gode di un panorama a 360° [  [].
Il ritorno avviene per lo stesso itinerario dell'andata.
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IL   LAZZARETTO

Costruzione esagonale eretta nell'anno domini 1630 in ricordo dei morti della famosa peste manzoniana. Si ritrova in posizione defilata rispetto all'abitato, sopra un piccolo promontorio a quota 460 mt. lungo un sentiero che conduce al Monte Cornizzolo. La figura principale č quella di San Michele, il santo angelo pesatore delle anime e protettore dei guerrieri Longobardi. L'edificio venne utilizzato nuovamente come Lazzaretto in occasione dell'epidemia di colera del 1836.
La cappella ha subito diversi interventi di restauro, uno dei quali nel 1928 grazie all'intervento della famiglia Bonalumi Mosca, garantendone un buon stato di consevazione fino a oggi.
All'interno vi sono altri dipinti graffiti che ricordano le opere temporali di misericordia: dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi, alloggiare i pellegrini, visitare gli infermi, visitare i carcerati e seppellire i morti. L'arcangelo Michele č raffigurato nel momento in cui sconfigge il demonio la cui immagine č dipinta ai suoi piedi. L'arcangelo diventa cosė protettore delle anime defunte e aiuto ai fedeli per raggiungere la gioia eterna del paradiso.
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